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Perché lavorare di meno ti renderà più produttiv*, rafforzando l'amore per te stess*

Aggiornamento: 4 lug 2022

Sono stata educata (e come me moltissime altre persone della mia generazione) a fare una connessione causale di questo tipo sul lavoro:

  • Se lavoro tanto, posso guadagnare di più e quindi essere più felice.

  • Se lavoro di più, posso fare a meno di alcune cose, continuare a guadagnare di più, ed essere felice.

  • Se lavoro sempre, posso costruire un impero.

In un modello di business dove il profitto tende ad essere lineare tutto questo funziona e “non fa una piega”, tralasciando l'unicità dell'individuo e il fatto che le persone non sono automi, ma il punto è:

quando puoi realmente godere di quella felicità?


A cosa serve poter guadagnare 5000€ al mese se poi non puoi, ad esempio, viaggiare e fare le vacanze?


Oppure come ti fa sentire lavorare come freelance, se poi passi il tuo tempo in studio a casa, con bambini e/o compagn* da un altra parte perché hai bisogno di concentrazione?


Che emozioni provi lavorando 4-5gg a settimana, ma sapendo che devi essere reperibile e sull'attenti per tutto il weekend se hai dei progetti all'attivo e quindi non staccando mai?


Potrei continuare all'infinito.

La cosa importante che voglio assolutamente condividere è questa: nei miei trascorsi questo modello di lavoro-tempo-soldi-felicità-autostima sembrava anche molto figo, perché mi faceva sentire importante. Facendo, avevo l'impressione di avere il controllo sulla costruzione di una delle tante etichette di me che mi avrebbero definito, dato prestigio, dato valore, ma allo stesso tempo anche imbrigliato in una gabbia di cristallo invisibile (questa era la cosa che ancora non sapevo).

Siccome ho cominciato a lavorare (anche se in modo molto saltuario all'inizio) da molto giovane, andando avanti mi sono accorta che avevo imparato talmente bene la modalità che...anche nella sfera privata non sapevo più beatamente...oziare.

Se non “facevo” o ero impegnata in qualche progetto accademico e di formazione non avevo “senso” di esistere perché ero io. Io e basta. Non potevo oziare. Se ozi, non fai e se non fai...bhè lascio a voi completare la frase come più vi aggrada.

Quindi anche la stima di me subiva degli “scossoni” commisurati al quanto facessi, a quanto guadagnassi o non al non possedere un'etichetta professionale definita, al gestire il mio tempo non in funzione di altri, ma in funzione di me.

Immagino la faccia scettica mentre scorri queste righe e magari pensi: ”si vabbè, sarà capitato a te perché magari hai avuto fortuna, o qualcuno ti ha aiutato o...

Il momento esatto in cui tutto è cambiato (e potrebbe cambiare anche per te) è stato quando ho provato davvero a vedere cosa succedeva, volendo davvero cambiare il mio mindset. Quando mi sono permessa di accogliere senza respingere perché dovevo “fare altro” o perché era “troppo importante, altri 5 min”.

Ho messo dei limiti, ho affinato gli obiettivi, ma la cosa davvero importante è che mi sono concessa di oziare per la prima volta senza avere paura di ciò che sarebbe potuto accadere.

Ascolto e ozio. Ozio e ascolto.

All'inizio era strano perché guarda caso, immaginavo di dover “fare” del mio tempo libero qualcosa di utile anche con le attività piacevoli. Praticamente la stessa identica cosa che facevo al lavoro, ma poi...qualcosa è cambiato. E ho sentito per la prima volta nella mia vita, che ero al posto giusto, nel momento giusto, ma soprattutto che andavo bene esattamente così come ero e...non stavo facendo un bel niente!

  • Questo è stato un click nella mia testa che ha fatto si che io possa curare il mio lavoro (che è ancora molto importante), ma essendo più presente.

  • Che io potessi guadagnare i soldi che merito, senza sentirmi in colpa.

  • Che io potessi costruire una famiglia, da curare ogni giorno nelle sue forme e non solo nelle sue routine.

  • Che io potessi migliorarmi, ma...non necessariamente perché andavo giù bene così!

Risultati?

  1. Più tempo.

  2. Più soldi.

  3. Sensazione di amore per me stessa.

  4. Sensazione di felicità decisamente più estesa.

  5. Nessun bisogno di “scappare” o correre via per staccare, perché ciò che vivo, mi piace e non mi scarica.

  6. Sensazione di auto-efficacia, di stabilità, di concretezza con uno sforzo praticamente...inesistente.

Questo inoltre ha comportato due cose:

  1. che mi mettessi in ascolto e guardassi;

  2. che avessi il coraggio di prendere la responsabilità della mia vita a piene mani.

Ora ti chiedo: a che punto sei nel modello lavoro-tempo-soldi-felicità-autostima nella TUA vita?



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