Non so se ti è mai capitato, ma andare oltre e "sfruttare" positivamente un fallimento (specialmente su qualcosa che è estremamente importante per te), non è per niente semplice e soprattutto non è qualcosa di innato o di automatico. Se poi la tua autostima non è particolarmente forte ed equilibrata (e credimi che è davvero difficile trovare persone in questa "illuminata" condizione di bilanciamento emotivo), tutto si fa, eccetto che mettere a frutto in modo funzionale la sconfitta appena ricevuta.
C'è chi:
si lecca le ferite in solitudine;
mette in moto una serie di comportamenti automatici per non provare dolore, o vergogna, o paura;
inibisce ed ignora il proprio stato emotivo interno per non sentire affatto.
La ricerca suggerisce che dobbiamo superare alcune barriere emotive e cognitive per imparare dalle nostre sconfitte. Si ma esattamente ... in che modo?
Quando le ricercatrici Lauren Eskreis-Winkler e Ayelet Fishbach hanno sviluppato il gioco "Facing Failure", hanno voluto verificare quanto le persone imparino dai fallimenti. Il gioco consiste in turni successivi di domande a scelta multipla, in cui il feedback dei turni precedenti può aiutare a ottenere risultati migliori nei turni successivi. Ottenere più risposte corrette significa guadagnare di più.
Tuttavia, in molti altri studi, sono emersi risultati diametralmente opposti: i ricercatori hanno costantemente riscontrato che le persone non imparano dal fallimento nel gioco. Infatti, le persone continuano a non imparare dagli errori anche quando gli incentivi a farlo aumentano.
L' "effetto struzzo" descrive la tendenza degli investitori a smettere di controllare i propri titoli quando il valore del mercato crolla, mentre lo fanno compulsivamente quando le cose vanno bene: in realtà questo può essere applicato anche fuori dal campo strettamente finanziario.
Uno studio del 2012 ha rilevato che i principianti spesso evitano i feedback negativi sulle prestazioni.
Perché le persone evitano di imparare dalle lezioni che il fallimento può impartire quindi?
Questa è la domanda cardine che Eskreis-Winkler e Fishbach hanno esplorato in un recente articolo pubblicato da Perspectives on Psychological Science.
Individuano una serie di ostacoli emotivi e cognitivi che impediscono di imparare dai fallimenti. Hai mai pensato o sentito che potresti avere anche tu queste difficoltà?
Superare i sentimenti di fallimento
Il fallimento colpisce l'ego, la sede "metaforica" della nostra autostima e della nostra importanza. Quando falliamo, ci sentiamo minacciati e questo senso di minaccia può innescare una risposta di attacco o di fuga.
L' "attacco", nel contesto del fallimento, si presenta come un rifiuto totale del valore del compito, o una critica alle persone coinvolte. La "fuga" invece potrebbe essere la risposta più comune al fallimento. Quando fuggiamo dal fallimento, distogliamo la nostra attenzione dal compito che minaccia la nostra percezione di persone efficaci.
In una serie di sei esperimenti pubblicati nel 2020, Hallgeir Sjåstad, Roy Baumeister e Michael Ent hanno assegnato in modo casuale i partecipanti a ricevere un feedback positivo o negativo su un test cognitivo o su una prestazione accademica. Hanno scoperto che i partecipanti che inizialmente avevano fallito in un compito prevedevano che il successo in futuro li avrebbe resi meno felici di quanto non fosse in realtà, e tendevano a ignorare gli obiettivi dei test. I ricercatori hanno coniato il termine "sour grapes effect", letteralmente effetto uva acida, per descrivere questo tipo di risposta.
Come puoi quindi rendere il fallimento meno minaccioso per il tuo ego? Ecco qui alcuni spunti.
Osserva i fallimenti degli altri
Cerca di allontanare il più possibile l'ego, la tua soggettività, dal fallimento osservando i fallimenti degli altri, prima di affrontare un compito in prima persona. In uno degli studi di Eskreis-Winkler e Fishbach, la metà dei partecipanti ha imparato dai risultati negativi degli altri nel gioco Facing Failure prima di giocarci in prima persona: ha imparato più da quei fallimenti che dai propri.
Prendi le distanze
Se le emozioni negative stanno ostacolando la tua comprensione, prova tecniche di auto distanziamento. Pensa alla tua esperienza personale vedendola da una prospettiva esterna: una terza parte neutrale. "Perché (il tuo nome) ha fallito?" invece di "Perché ho fallito?"
Come scrive Amy L. Eva :
Secondo la ricerca, quando le persone adottano una prospettiva auto-distesa mentre discutono di un evento difficile, riescono a dare un senso migliore alle loro reazioni, provano meno disagio emotivo e mostrano meno segni fisiologici di stress. A lungo termine, inoltre, si registra una minore reattività quando si ricorda lo stesso evento problematico a distanza di settimane o mesi e si è meno vulnerabili ai pensieri ricorrenti (o ruminazione).
Può anche essere utile scrivere del fallimento in terza persona o dal punto di vista di un sé futuro che guarda agli ostacoli del passato avendoli superati.
Condividi la storia del tuo fallimento
Le persone tendono a nascondere i propri fallimenti, per un senso di vergogna, ma ci sono modi per trasformarlo in successo come per esempio rielaborarlo in una storia di crescita.
In una serie di studi del 2018 e del 2019 con Angela Duckworth, Eskreis-Winkler e Fishbach hanno chiesto alle persone di trasformare i fallimenti in ambiti diversi come il lavoro, il fitness o la scuola in storie di ispirazione per gli altri. Questo spesso ha permesso di alimentare i successi degli ascoltatori.
Gli studenti delle scuole superiori che hanno condiviso gli insuccessi con gli studenti delle scuole medie hanno ottenuto voti migliori rispetto a quelli che non hanno rielaborato i loro insuccessi; gli studenti delle scuole medie che hanno dato consigli agli studenti delle scuole elementari hanno poi dedicato più tempo ai compiti.
Riconosci i tuoi successi
Qui apriamo una parentesti che non sarà facile per molti, ovvero fare a se stessi dei complimenti e riconoscere di aver fatto "bene" qualcosa prima ancora che cerebralmente (con parole e azioni), emotivamente nel profondo. Sapere di valere e sentirlo internamente rafforza il tuo ego in modo sano. Gli studi dimostrano che gli esperti sono in grado di tollerare meglio i fallimenti nei loro campi, in parte perché hanno un passato di successi e in parte perchè prospettano un futuro basato sull'impegno e sulla dedizione costante.
In un esperimento del 2014, gli insegnanti di seconda media hanno abbinato le critiche costruttive a note incoraggianti che ricordavano agli studenti le capacità e le abilità già dimostrate in classe, il che ha portato a voti migliori. Sempre nella categoria dell'insegnamento gli studi suggeriscono che gli insegnanti possono riorganizzare il fallimento come un successo, facendo dell'apprendimento stesso l'obiettivo (e questo dovrebbe darci spunti per capire come il nostro sistema accademico molto spesso non consideri questa opportunità ancora oggi, o lo faccia con estrema difficoltà.
Questa intuizione può ovviamente essere applicata anche al posto di lavoro: i "senior" o comunque i dirigenti possono adottare misure per rafforzare l'ego dei dipendenti o dei collaboratori che ricevono un feedback, ricordando loro i progressi fatti. Possono anche fare dell'apprendimento uno degli obiettivi di ogni progetto, per incoraggiare i progressi a partire da eventuali passi falsi in fase iniziale.
Permettiti di sentire la delusione
Se tutto il resto fallisce, prova a sentirti triste per i tuoi errori e le tue sconfitte. La tristezza come risposta ai fallimenti e alle perdite esiste per incoraggiarci a riflettere sulle nostre esperienze. Infatti questa emozione sembra migliorare la memoria e la capacità di giudizio, il che può aiutarci ad avere successo in futuro. In alcuni casi è stato dimostrato come il rimpianto possa addirittura rafforzare la motivazione. Secondo uno studio del 2014, quando i bambini raggiungono la fase dello sviluppo in cui possono provare rammarico, è più probabile che imparino di più dai fallimenti.
Andare oltre il fallimento
Oltre alla sfida emotiva per il nostro ego, il fallimento rappresenta anche una sfida cognitiva, nel senso che le informazioni derivanti dal fallimento possono essere più difficili da elaborare rispetto alle esperienze di successo.
"Mentre il successo indica una strategia vincente, dal fallimento le persone devono dedurre cosa non fare", scrivono Eskreis-Winkler e Fishbach.
In un complesso esperimento del 2020, hanno presentato ai partecipanti tre scatole, ciascuna contenente un grande successo immaginario, un successo moderato e un piccolo fallimento, con premi in denaro reali collegati a ciascuna scelta. Hanno strutturato il gioco in modo che la ricompensa fosse maggiore con la scelta dello scenario di fallimento, perché il fallimento contiene informazioni migliori: "Imparare la posizione della casella perdente aumenta statisticamente le vincite del giocatore più che rivelare la posizione della vincita moderata, perché sapere di evitare il fallimento garantisce un guadagno maggiore".
I risultati? Un terzo dei partecipanti non è stato in grado di capire che il fallimento immaginario conteneva informazioni migliori, che in definitiva avrebbero portato loro più soldi. "Anche quando il 'fallimento' è una rivelazione, non un vero e proprio fallimento, e quindi non è affatto minaccioso per l'ego, le persone faticano a capire che il fallimento contiene informazioni utili", scrivono.
Non è difficile capire cosa succede in esperimenti come questi: a parte l'ego, tutti noi abbiamo bisogno di valutare in modo realistico se un compito vale il nostro tempo e il nostro impegno. Il fallimento iniziale invia il segnale che un compito potrebbe non fornire un ritorno sull'investimento, di conseguenza, ci orientiamo naturalmente verso il successo, anche quando la storia di successo non ha nulla a che fare con noi.
Quest'ultimo punto è molto importante quando lo colleghiamo alla qualità della nostra vita personale e ancor più professionale / accademica. Spesso tendiamo a stazionare in luoghi che affossano il nostro modo di essere e non valorizzano le nostre potenzialità, perché immaginiamo che non ci sarà una situazione migliore, un lavoro più gratificante, una sicurezza maggiore senza considerare che tutto questo ci rende costantemente "resistenti" e in sopportazione costante.
Concentrati sull'obiettivo a lungo termine.
Può essere molto utile che tu ti chieda: "i miei fallimenti porteranno a delle ricompense o dei miglioramenti in futuro?"
Ecco perché gli obiettivi e gli impegni sono importanti per superare le barriere cognitive che impediscono di imparare dai fallimenti. Teni a mente che un chiaro obiettivo definito a lungo termine, può aiutarti a tollerare i fallimenti a breve termine e a superare l'evitamento delle informazioni.
Pratica Mindfulness
Eskreis-Winkler e Fishbach scrivono: "Il fallimento viola le aspettative". Poiché le persone non hanno quasi mai intenzione di fallire, può essere sorprendente quando l'occasione si presenta, il che restituisce come effetto primario quello di "svegliare" il nostro cervello. Un cervello sveglio impara di più di un cervello meno reattivo. Quando ti senti sorpresǝ da un fallimento, prendilo come un segnale per essere consapevole e per "stare" con esso piuttosto che ignorarlo. Infatti, diversi studi suggeriscono che praticare la Mindfulness, e coltivare una coscienza non giudicante dei pensieri e delle esperienze, può aiutare a crescere dal fallimento.
Rifletti sulle lezioni apprese
Poiché il fallimento richiede più interpretazione e riflessione del successo per poter imparare da esso, cerca di ridurre il più possibile il carico mentale che ne deriva.
Fai meno
Aumentare la nostra capacità di apprendimento impegnandoci in un minor numero di compiti che presentano opportunità di fallimento. In altre parole, se stai imparando a fare qualcosa di difficile, potresti aver bisogno di dare la priorità ad altri compiti più facili, semplicemente facendo una cosa alla volta. Anche la ripetizione aiuta. La pratica rende perfetti, o almeno ...abbastanza buoni!
Pratica l'auto-compassione
Magari sei cresciutǝ in un ambiente dove ti è stato insegnato che essere durǝ con te stessǝ dopo un fallimento sia un'operazione imprescindibile da mettere in atto; dopotutto, in che altro modo si può crescere se non con durezza e disciplina? In realtà, molti studi recenti suggeriscono che è più probabile crescere se ci si rivolge a se stessi con gentilezza, come farebbe con te una persona cara che ha a cuore il tuo benessere, dopo un fallimento.
Oltre alla gentilezza verso se stessi, c'è un'altra componente dell'auto-compassione che vale la pena menzionare: la comune umanità. Si tratta della consapevolezza del nostro legame con le altre persone e dell'universalità dell'esperienza umana. Il fallimento è una di queste esperienze umane, perché è inevitabile. Non è una questione di se si fallirà, ma di quando.
L'unica vera domanda a cui puoi rispondere è cosa puoi imparare da questa esperienza.
In effetti possiamo farci un'ulteriore domanda per promuovere la nostra crescita: se tenere il fallimento per noi stessi o se trasformarlo in una lezione per gli altri. Come sostengono Eskreis-Winkler e Fishbach:
"Le informazioni sul fallimento sono un bene pubblico. Quando vengono condivise, la società intera ne trae beneficio".
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