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Immagine del redattoreDott.ssa Chiara Cleopatra

Come gestire le "attese" lasciando vagare la mente senza utilizzare il telefono



A chi non è capitato di "gingillarsi" con il cellulare quando è in attesa di qualcosa o qualcuno?

Io credo di averlo fatto almeno un milione di volte, nella non consapevolezza più ingenua.

Spesso abbiamo l'impulso di distrarci, e alcuni di noi anche di acquisire in un certo senso anche forza da alcuni gesti (un pò come quando si "svapa" o si accende la più arcaica sigaretta oppure si sta con un cocktail in mano), specialmente se in un contesto sociale ipoteticamente "giudicante", ma un nuovo studio ha scoperto che ci piacerebbe non fare altro che pensare, piuttosto che "fare".


Se sei un/una pendolare in autobus o in treno, avrai probabilmente notato che la maggior parte delle persone trascorre il viaggio guardando il cellulare. È facile immaginare che uno dei pensieri più frequenti di chi utilizza il cellulare nelle attese sia che non fare altro che stare seduti sarebbe noioso, quindi è decisamente preferibile una distrazione, anche se di qualcosa che non ci interessa in fin dei conti così tanto. Ciò è in linea con le ricerche condotte in passato che hanno dimostrato che le persone sono disposte a fare quasi tutto per evitare la noia, persino a somministrarsi delle scosse elettriche.


Ma i risultati di una nuova ricerca suggeriscono che dovremmo riconsiderare questa scelta. Probabilmente stiamo sottovalutando quanto sia piacevole e interessante non fare altro che prestare attenzione a dove ci portano i nostri pensieri.


In una serie di esperimenti, i ricercatori hanno portato degli studenti universitari giapponesi in un laboratorio e hanno detto loro che presto sarebbero entrati in una stanza senza i loro effetti personali per aspettare e non fare altro che stare seduti per 20 minuti. È stato inoltre detto loro che, durante l'attesa, potevano pensare a qualsiasi cosa volessero, ma non potevano dormire, camminare o fare esercizio fisico, guardare uno smartphone o consultare un orologio.


Murayama ha realizzato uno studio mettendo a confronto gli studenti tedeschi con quelli giapponesi e ha scoperto che entrambi i gruppi, pur avendo un tessuto sociale completamente differente e quindi anche modalità diverse di relazionarsi e stare nel sociale, sottovalutano il piacere dell'attesa in misura simile. Ciò implica che non si tratta necessariamente di un fenomeno di origine culturale, anche se per verificarlo sarebbe necessario condurre ulteriori ricerche.


Nel complesso, secondo Murayama, i risultati suggeriscono di ripensare a tirare fuori il cellulare ogni volta che siamo in attesa o annoiati. Potremmo invece trarre vantaggio dall'avere un momento per pensare liberamente a tutto ciò che ci interessa, divertendoci allo stesso modo.


Ed in effetti, anche soltanto passando attraverso un pò di sana e vecchia "noia", può stimolare creatività, interesse e voglia di fare. Siamo talmente sottoposti a stimoli dal momento in cui ci alziamo fino a quando andiamo a dormire , che in realtà, fermarsi, sembra quasi voler peccare di pigrizia, o peggio, una caratteristica disfunzionale dell'individuo a meno che non vi siano motivi validi per farlo.


Prova a pensare: come ti senti quando hai la sensazione di "buttare" via il tuo tempo in un'attesa o in qualsiasi altro contesto?

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